Ci siamo presentati in 14, chi dice 16. Cento secondo la procura. Chi abbigliato coi colori ufficiali in vista, chi sotto la casacca, ma tutti con una BURACIA nel cuore… della bici, incastonata sul tubo obliquo o addirittura dietro la sella.
In effetti alla Mirando Milano non potevamo mancare, col nostro sponsor - nonché seconda pelle (la maglietta) - in bella vista, addirittura sui numeri da fissare sulla bici. Ci si sente importanti, non è mica male!
Abbiamo pedalato in tanti, tantissimi nella bassa milanese, arrivando a Pavia (chi ha percorso il Lungo di 100 km, altrimenti si svoltava un po’ prima per fare il corto di 60) e risalendo fino ad Abbiategrasso per poi rientrare a Milano. Eravamo diverse centinaia di appassionati, abbiamo affollato le strade e le piste ciclabili. Per quel che ho potuto vedere abbiamo cercato di farlo con rispetto, consapevoli che non si tratta di una gara ma di una randonnée e che la domenica mattina le vie libere dal traffico veicolare sono molto utilizzate non solo dai ciclisti, ma anche da podisti, famiglie in passeggiata, proprietari di cani, gatti e cardellini.
Eravamo in tanti, in alcuni momenti in gruppi da 50 persone: l’attenzione rivolta alle mille insidie di una pedalata in gruppo a ranghi compatti. Chi è davanti a te deve segnalare la presenza di persone o ostacoli e tu devi segnalarlo a chi sta dietro di te. In alcuni momenti si usavano più le braccia che le gambe, sembrava di nuotare! Devi evitare di ondeggiare e tenere una linea, devi capire quando puoi accelerare e quando devi tenere a bada l’adrenalina. Insomma, in questi contesti (ma in quali no?) ci vuole più intelligenza che agonismo (che formalmente non sarebbe previsto, ma sfido a trovare un ciclista che non si faccia prendere dalla voglia trovandosi in allegra compagnia).
Purtroppo qualche incidente di percorso c’è stato: un urto tra un’auto e un ciclista l’episodio più grave, fortunatamente senza conseguenze importanti. Qualche improperio e qualche spavento che potevano essere evitati, ma in fin dei conti è andata bene.
Il team Buracia, fedele alla propria intelligenza, ha pedalato a una media oraria di 85,4 km/h, secondo la procura. Sotto i 30 secondo i ciclo-computer.
Un’occasione per ritrovarsi e stare in compagnia. Con prima partecipazione a eventi ufficiai delle new entry Lorenzo e Federica. Benvenuti!
a cura di Stefano Menon
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