Dopo venti giorni passati a urinare corpuscoli indefiniti provo a mettere la sella sotto il sedere e, approfittando del fatto di avere perso quasi 3 kg di peso a furia di pisciare, azzardo ad indossare il nuovo body del maglificio Marcello Bergamo tuttora intonso e ancora confezionato nel suo sacchetto.
Spreco queste poche righe, in una domenica priva di gare che vedono impegnati gli agonisti del team, per valutare con voi pregi e difetti questo capo che racchiude in un pezzo unico calzoncino e maglia da ciclismo.
Fondello. Come sapete è il punto essenziale di un capo tecnico e nonostante si sia scelto il pezzo in cima alla gamma che propone il fornitore, io personalmente nutrivo qualche perplessità che mi veniva solo dalla presa visione del particolare. Mi sembrava un po' striminzito e dall’aspetto poco confortevole. Forse, e per fortuna, ho preso un abbaglio perché non mi ha dato nessun problema. È vero che ho fatto solo due ore e poco più di 40 km però bisogna tener conto che ero senza allenamento da più di venti giorni e sapete bene cosa dicono le ossa ischiatiche di solito dopo un così lungo periodo di assenza, abituate ad essere poggiate solo sul divano. Magari chi di noi ci ha fatto più chilometri potrà fornirci opinioni diverse.
Cerniera. È un po’ difficoltoso allacciarla ma non per demerito della cerniera stessa. Il fatto è che non abbiamo a disposizione l’intera circonferenza dell’elastico della maglia, ma solo due piccoli lembi che si fa più fatica ad avvicinare specialmente, come nel mio caso, se c’è di mezzo una panza spropositata. Una volta agganciata però va su e giù che è una meraviglia.
Colletto. Essendo un capo prettamente leggerissimo e quindi essenzialmente estivo, risulta di grande giovamento lo scollo ampio che pur tirando la cerniera tutta in alto permette di respirare senza dover, come nelle maglie tradizionali, d’estate lasciare la cerniera abbassata di qualche centimetro e poi avere i lembi che ti sbatacchiano in viso tutto il giorno. Inoltre lo scollo è ampio, ma permette comunque, se si vuole, di indossare la canotta senza che questa faccia capolino.
Bordo manica. La finezza di avere applicato nella zona non in vista, all’interno della manica, un inserto che permette di tendere la manica stessa per aggiustarla vestendosi e tirarla per svestirsi senza danneggiare il finissimo tessuto.
Bordo calzoncino. Privo di elastico è elegante e al tempo stesso sta al suo posto senza stringere la coscia.
Tasche. Altra finezza. All’interno della maglia all’inizio delle cuciture sono inseriti due bolli che preservano le cuciture stesse quando sono sottoposte a dilatazione. Forse era meglio farne due più spaziose al posto di tre meno accessibili – fino a lì sono arrivati a far danni gli asfaltatori seriali! – ma devo dire che tutto sommato pensavo peggio. Quello che di solito mi porto in giro (telefono, tessera e banconota da 20€, mascherina, barretta e chiavi di casa) ci stava benissimo e non ho mai fatto fatica a raggiungere gli oggetti nonostante la mia mano destra sia manchevole di tre falangi. Certo che se siamo soliti accamallarci caschi di banane, pompette, portafoglio con le foto dei parenti di tre generazioni, camere d’aria di tripla scorta e macchina fotografica… qualche difficoltà l’avremo.
Watt. Lascio agli agonisti decretare la potenza incrementata indossando questo capo aerodinamicissimo.
Colbrelli. Il nuovo campione italiano su strada indossava un body che gli ha permesso, in una giornata afosissima, di fare gran parte della gara con la cerniera slacciata senza che la maglia sbatacchiasse e facesse da vela rallentando la sua poderosa fuga.