Questa mattina, mi sono alzato, e ho guardato il nostro sito per aggiornarlo. Ho letto l’ultimo messaggio scritto in rosso a caratteri cubitali evidenziati e sottolineati in homepage. Che botta.
La comunicazione voleva sensibilizzare e dare un forte segnale a chi non avesse ancora capito a cosa stavamo andando incontro.
Il testo urlava “NON ANDARE IN BICI, CAZZO!”, non era esattamente così, ma il significato era quello. Non che siamo stati gli unici o i primi a farlo, tutt’altro… In quei giorni si faceva a gara a dire “chiudo le attività fino a data da destinarsi”, un atto di responsabilità necessario, anche perché tante persone non volevano credere ai primi allarmismi, un po’ per paura e un po’ per assurdità della situazione.
Ci siamo ritrovati oggi per una riunione del team. Si, abbiamo fatto oggi la riunione del team. Fantastico. 23 persone tutte collegate agli schermi a salutarsi e chiacchierare in modo ordinato. Sorrisi ovunque, battute sulla media del peso dell’iscritto che sale di qualche tacca, raccomandazioni varie e via a snocciolare i punti salienti. Che succede dal 4 di maggio?
Beh, abbiamo passato quasi due mesi trascorsi come tutti in svariati modi, tra gente divanata intenta a lievitare, altri a spaccarsi di piegamenti sulle braccia, altri a rodersi il fegato per la clausura e qualcuno a farsi in quattro per il prossimo.
Un gruppo, quello del nostro team, abituato ad avere un buon numero di iscritti che regolarmente si incontra a pedalare ogni due o tre giorni, si ritrova poi come tutti chiuso in casa vittima del distanziamento sociale con le ruote ferme, i rulli non contano.
Come tutti, ciascuno di noi avrà sicuramente pensato all’importanza della vita, agli aspetti da cambiare una volta tornati alla normalità e a come ci siamo dimenticati delle piccole cose. Come anche della noia.
Come tutti, abbiamo sopportato questa situazione spronandoci ad essere forti e ad essere persone migliori.
Come tutti, ci si prepara ad una nuova normalità della quale non sappiamo ancora neanche una virgola, la immaginiamo, ma la si comprenderà solo vivendo alla giornata, combattendo un nemico senza combattere davvero, brandendo la sola arma dello “stare attenti e coscienziosi”, e aspettare i risultati dopo due settimane.
Come tutti, siamo partiti elencando lamentele sulle difficoltà a tornare all’attività sportiva, districandoci in un dedalo di regole che sembrano dei rovi. Regioni che contestano il governo e comuni che fanno di testa loro. A parte qualche ingerenza politica, alla fine della giornata le istituzioni lo fanno soprattutto per garantire la sicurezza di tutti. Qui abbiamo finito per delineare con pragmatismo e correttezza ciò che si può e ciò che non si deve fare, consigliando agli iscritti di non stare in quel terreno di mezzo che non è furbizia impunita, ora è semplicemente la scelta sbagliata.
Come tutti, rispettiamo qualsiasi regola ci venga imposta senza fiatare in questo momento, perché chi le ha scritte ha pensato alla salute della società e alla nostra.
A questo proposito, è di queste ore l’ordinanza 539 che tra le altre cose fa chiarezza sull’uso delle mascherine durante l’attività motoria intensa come la nostra, dichiarando che è necessario averla con sé, ma non indossarla durante lo sforzo. Meno male. Ci sono arrivati in extremis, ma va capito che con una pandemia in corso, il pensiero di regolamentare una corretta attività sportiva, per chi prende le decisioni a livello nazionale e regionale, arriva dopo almeno una dozzina di questioni molto più importanti.
Come tutti, ricordiamoci che oggi non è un ritorno alla normalità, ma è solo il primo passo tentato nella direzione, e la buona riuscita dipende da noi.
Come tutti, fino ad ora ci siamo nascosti, emozionandoci alla potenza degli applausi e dei canti alle finestre.
Come tutti, questa mattina mi son alzato, e l’invasore adesso lo combatto. Rispettando le regole con pazienza e scrupolosità nella vita di tutti i giorni, e anche nel nostro piccolo, da ciclisti che pian piano vogliono tornare a correre.
a cura di Claudio Beltrami