Perché amo la bicicletta? perché rispecchia la mia natura.
Sei sempre un po' solo, ma ringrazi intimamente chi ti tiene compagnia.
Diciamolo subito, il gol più bello lo segna il Colle delle Finestre, una di quelle semi-rovesciate carpiate al volo con palla all’incrocio che non smetteresti mai di rivedere. Perché la montagna, lassù, è proprio un incanto. Arrivarci è un attimo. La prima metà della gara, circa 47km, si percorre in 1 ora secca. Discesa, adrenalina, borracce che volano in mezzo alla strada e anche qualche ciclista, sento dire. Poi inizia la salita. Caldissima all’inizio, poi arriva il bosco e quindi il mitico sterrato. Emozionante far parte di quel lungo trenino di biciclette in fila indiana che pare senza fine. Peccato solo che le gambe oggi facciano i capricci: mi fermo un paio di volte per evitare i crampi e lentamente arrivo in vetta. Sembra fatta. Invece faccio per scendere dalla bici e… una scossa mi blocca la gamba. Eccoli i crampi -al bicipite femorale- e un attimo dopo siamo per terra, io e la bici. Un ciclista mi presta soccorso, un altro mi toglie la bici di dosso (grazie mille ragazzi!) e dopo 10 minuti provo a ripartire. Intanto però il gol del Colle finisce a tabellone. Mi ha fregato! Da quel momento in poi ho un unico chiodo fisso: ritirarmi. La gamba fa male, ho la perfida sensazione che i crampi attendano solo un piccolo movimento “sbagliato” per tornare. E manca ancora la salita al Sestriere. Arrivo pian piano all’inizio della salita.. ecco proprio lì è parcheggiata la mia auto. Fine del dolore, relax, pace. Ma sarebbe il 2-0. Insopportabile. C’è ancora qualcuno che sale al mio passo, provo a continuare e con la testardaggine del mulo arrivo al traguardo. 1-1! Non un bel gol, ma frutto della perseveranza. Un buon pareggio. Mi rilasso quando, a tempo abbondantemente scaduto, la GF Sestriere segna il gol della vittoria, un vero gollonzo dopo mille rimpalli: il lunedì mattina infatti una leggera zoppia mi ricorda che dovrò assolutamente giocare la partita di ritorno per ribaltare il risultato. Alè!
a cura di Stefano Menon
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