Valdobbiadene è il cuore pulsante dell’omonima DOCG Prosecco; qui prende vita un vino che ha conquistato il mondo grazie a semplicità, freschezza e profumi. Talmente famoso che in molti ormai usano il termine “prosecco” a sproposito ogni volta che si riferiscono a un vino spumante.
Le colline da cui si ricava il prezioso nettare sono un incanto, frutto della sinergia tra uomo e natura. In questo scenario prende corpo la Prosecco Cycling, corsa che in pochi anni si è fatta ben conoscere e che sta tentando di offrire al pubblico degli amatori una formula diversa di competizione, dove possano trovare spazio sia l’agonismo (con 4 tratti cronometrati in salita a definire la classifica) che il gusto di pedalare a testa alta, valorizzando la compagnia (si premiano gli arrivi in squadra) e i panorami (il tempo totale non fa classifica). La scelta può far storcere il naso ai patiti dell’agonismo, ma la proposta è senz’altro apprezzabile, coraggiosa e innovativa.
Splende finalmente il sole nell’edizione 2018, anticipata di un mese rispetto a quelle ottobrine precedenti. Qui sono giorni di vendemmia. Il particolare regolamento di questa granfondo crea situazioni che non si vedono in altre gare: squadre che corrono compatte, ciclisti che si chiamano per fare la conta e che si aspettano subito dopo una delle 4 salite cronometrate, dove invece chi ne ha ne approfitta per dar fuoco alle polveri. Quando un ciclista buca, tutta la squadra si ferma. Se un altro è in difficoltà, il gruppo si adegua. Si pedala tra piccole nuvole di magliette uguali, invidiando un po’ chi è riuscito a organizzarsi e pensando che -chissà- l’anno prossimo anche il Buracia Team potrebbe iscriversi portando con sé i suoi mirabili leoni e leonesse.
La semplicità del Prosecco non è un difetto; è anzi la qualità che lo rende così beverino e adatto al palato dei più. E far bene un vino semplice non è banale. Allo stesso modo l’organizzazione messa in moto dalla Prosecco Cycling per rendere la giornata dei ciclisti così semplice, fluida… beverina! nasconde evidentemente un grosso sforzo organizzativo di cui bisogna rendere il merito. Strade presidiate ben oltre il “fine gara”, ristori impeccabili e spiedo-party di altissimo livello!
Non resta che brindare alla prossima edizione, magari con un folto Buracia Team alla partenza. Prosit!