Col senno di poi, meglio così. Perché se le previsioni meteo fossero state corrette, preannunciando il maltempo, chi scrive avrebbe sicuramente rinunciato a fare il lungo, perdendosi così la soddisfazione di scalare il San Pellegrino e il Valles. Invece le previsioni dicevano freddo ma soleggiato. Evento straordinario in questa piovosa primavera. E infatti…
Al mattino l’aria non è nemmeno così fredda, c’è di che gasarsi. La partenza della Marcialonga è facile, tendenzialmente in leggera discesa fino all’imbocco del primo passo, il monte San Pietro. Ed è qui che arriva la prima sorpresa: la strada è completamente bagnata. Non fai in tempo a dirti fortunato per aver scampato il temporale che le scarpe si sono già riempite d’acqua (effetto s-ciak s-ciak a ogni pedalata da qui fino alla fine) e le ruote completano il lavoro sollevando quelle piacevoli fontanelle… BRRRividi lungo la schiena.
La discesa, anzi le discese – così poi non ci ripetiamo – sono divertimento puro. Qualche attenzione in più per via del fondo bagnato, ma l’asfalto è ottimo e induce a lasciar correre la bicicletta che fila via come un “missile” (e qui il vicepresidente potrebbe avere qualcosa da dire J).
I primi 2 passi, il secondo è il Lavazè, sono sufficientemente tosti e al bivio tra il medio e il lungo… ma ormai il dado è tratto: si va verso Moena, in compagnia di una coppia di ciclisti -un lui e una lei- piuttosto litigiosetta che aiuta a far passare il tempo. Tempo che si dilata E N O R M E M E N T E sui passi del San Pellegrino e del Valles, dove piove e persino grandina. Ma le imprese, si sa, richiedono qualche difficoltà e arrivati lassù i panorami di cui si gode sono la meritata ricompensa. Già, mi sono anche preso il tempo di alzare la testa per guardarmi intorno: hai visto mai che l’anno prossimo faccio il corto! Discesona finale che permette di arrivare al traguardoritrovando le energie per un sorriso e incrociare i compagni di squadra al pasta-party. Quasi tutti soddisfatti, con Giovanni che si conferma –ai miei occhi, o meglio alle mie gambe- una specie di marziano arrivando a poco più di mezz’ora dal vincitore, Iryna che anche lei ha fatto il lungo pur soffrendo un po’ la pioggia e “Tonino”, Claudio e Alessandro a chiudere la carovana della mediofondo guidata dall’inossidabile Armando, ligio agli ordini di scuderia. Attendiamo solo il rientro in formazione del Presidente che si è comunque fatto sentire riconducendoci a più equilibrate (= non eccessivamente alcoliche) diete pre-corsa.
L’organizzazione: tutto molto curato, ma non mi aspettavo che dopo il passaggio del fine gara (nel mio caso al 35° km) scomparissero anche i volontari lungo le strade. Detto che in questa stagione non sono trafficatissime, in un paio di punti mi sono sentito comunque un po’ “orfano”, affidandomi alla cortesia degli automobilisti e aguzzando vista e riflessi il più possibile.
Voto: 8-.
Ciclisti: passando per le strade del tracciato tra gli ultimi ho modo di constatare l’inciviltà di molti di noi. Le strade sono letteralmente ricoperte di involucri di merendine e gel. CICLISTI!!! Se ci stavano in tasca prima, ci stanno tanto di più dopo! È l’unica attenzione che ci viene richiesta in una giornata dedicata alla nostra passione.
Voto: 4.
a cura di Stefano Menon
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