Eduardo De Filippo dando il titolo a una sua celebre commedia non immaginava certo che diventasse così menzionato in tante disparate occasioni. Io lo adopero per significare che i miei esami (clinici) non solo non sono finiti, ma non ne so ancora il risultato e potete capire facilmente in che stato mi trovi, essendo stato “rimandato a Settembre”, al 29 più precisamente. Consuetudine vorrebbe che a seguito di un avvenimento societario significativo come la Gita annuale, mi mettessi qui a scrivere in modo leggero, ma arguto e divertente. Comprenderete il mio stato d’ansia e mi perdonerete se non scrivo dell’epica giornata che è stata. Dovrei sottolineare innanzitutto che, contro le più perfide previsioni, non solo non ci siamo beccati una sola goccia di pioggia, ma, da metà del percorso in poi, siamo stati scaldati da un inaspettato sole. Poi dovrei tessere le lodi per la perfetta puntualità, sulla tabella di marcia prevista, dei più giovani, abituati a poltrire in un giorno di festa piuttosto che alzarsi alle 5 di mattina. Dovrei lodare le due donne in sella in gruppo, specialmente per il coraggio di Olsida nell’affrontare l’avventura senza allenamento, anche se, ahimè, costretta a scendere ed abbandonare sulle ultime rampe della prima salitella di giornata. Sarebbe da encomiare il comportamento ciclistico di tutti che si sono aspettati in modo da arrivare tutti insieme alla fine del percorso. Dovrei condividere la felicità di Toni che, nonostante la fortuita foratura, corona il sogno della conquista di un passo storico che mancava al suo palmares ciclistico. Non mancherei di ringraziare le accompagnatrici che pare non si siano annoiate e abbiano saputo trarre profitto dall’attesa dell’arrivo dei ciclisti. Infine in qualità di Presidente mi toccherebbe fare la ramanzina ai due disertori che hanno preferito le gambe farle girare solo sotto alla tavola. E niente… scusatemi ancora, ma non ce la faccio a fare tutto questo.
Gustatevi l’ottimo contributo fotografico di Massy e Lea e alla prossima!