Quegli aggeggi che permettono ai ciclisti di pedalare con la propria bici al coperto si ha l’abitudine di chiamarli rulli. La definizione deriva dai primi accrocchi che vennero ideati per il riscaldamento dei pistard che dovevano prepararsi a brevi gare a intensissimo sforzo. Trattasi di 3 semplici rulli folli montati in linea su un leggero telaio metallico.
Col passare del tempo l’attrezzo si è via via sofisticato arrivando ai tipi più moderni dove i rulli non ci sono più ma c’è un insieme di componenti elettronici che permette di renderli interattivi fino a simulare su un video gare condivise con altri utenti o percorsi tra i più noti per gli scalatori di razza.
Comunque sia sono un fattore divisivo tra il popolo ciclistico: chi li odia o chi li usa in ogni momento dell’anno. Sì, perché tipicamente se ne raccomanda l’uso quando la temperatura scende sotto i 5 gradi.
C’è tra di noi chi li ha avuti, li ha venduti e poi ricomprati, chi li ha tenuti un giorno, chi li cambia ogni anno, chi non gli passa neanche per la testa, chi li vorrebbe ma non sa dove metterli, chi esce tranquillo anche sottozero.
Di sicuro il Prof, il Luis e Jorge sappiamo, che se mai li hanno posseduti, li hanno già riposti in cantina per arrivare a sciropparsi 120 Km nelle gelide brughiere lombarde. Un percorso contornato da rogge, canali, immersi nel Parco Del Ticino passando per il Castello Visconteo di Abbiategrasso, l’Abbazia Cistercense di Morimondo e la magnifica Piazza Ducale di Vigevano.
Bravi!
A cura del PRES Giorgio F.
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