Partenza da Parabiago e primi km lungo ciclabile Villoresi e Ticino. Qualcuno già tiene velocità da granfondo, decido di rallentare per aspettare un gruppetto che mi può fare comodo lungo i km in falsopiano che portano a Bellinzona. Spesso mi trovo davanti a spingere (moderatamente) il gruppetto che ne approfitta fin troppo e viaggia sempre sopra i 30 orari.
inizia a fare un po' caldo e ci troviamo ai piedi del San Bernardino. Metto in chiaro con qualcuno del gruppo che la salita la farò al mio passo e infatti inizio a spingere un po’. Pochi tornanti, mi volto e non c'è più nessuno. L'acqua qui abbonda e decido di mettere la testa sotto una fontana perché sento di essere troppo accaldato. Riparto e sempre a ritmo deciso salgo il bellissimo S.Bernardino riprendendo un po' dei fuggitivi.
Nella discesa verso Splugen mi godo il paesaggio ma appena la strada sale per il P .dello Spluga ritorno a fare un buon ritmo (anche se la bici appesantita da qualche borsa).
La salita sembra finire quasi subito e affronto velocemente la discesa che conosco bene, per arrivare al ristoro della rovente Chiavenna e proseguire sulla ciclabile a me nuova che porta sul lago di Como. Inizia a pesarmi un po' la distanza rimanente, soprattutto a livello mentale perché conosco il percorso e dover fare Menaggio-Porlezza-Lugano ecc. dopo 260 km un po' mi spaventa. Le tante soste per acqua e cibo mi permetteranno di arrivare al rientro spingendo sopra i 30 orari di notte (con le luci) su strade prive di illuminazione. Nei km finali mi unisco all'ultimo dei fuggitivi, un fiorentino che spinge anche più di me. Dopo una sosta timbro/gelato ripartiamo ad un ritmo sostenuto e rientriamo alla base poco dopo le 23, ricevendo i complimenti da parte degli organizzatori per il poco tempo impiegato.
Sono soddisfatto innanzitutto per aver portato a termine qualcosa che poteva sembrarmi impossibile, fatto in una giornata parecchio calda. La vera soddisfazione è stata arrivare nel tratto finale con ancora tanta forza nelle gambe. La costanza nell'alimentarmi ha fatto sicuramente la differenza.
A CURA DI MATTEO TIRONI
Nota dello svice: apprezziamo la modestia del nostro TIR che ne fa una questione di alimentazione. Importante, certo. Ma se dipendesse da quella starei vincendo il tour de France a 46 anni suonati 😉 Complimenti! E con questa performance da quasi 2.000 punti, il NIURACOS categoria giovani è in cassaforte.
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